News 4 Dicembre 2016
- Aggiunta la nuova pagina del Laboratorio di Poesia a Bracciano.
Luce nel Bosco – il blog della Poetessa Errante
Boto, il delfino rosa, vive nelle acque del Rio delle Amazzoni.
Per le comunità india Boto è il simbolo dell’amore, ma ciò non è stato sufficiente a frenare la distruzione convulsiva dell’ego umano; oggi Boto, come tutte le comunità amerindia, rischia l’estinzione a causa della costruzione delle dighe che deviano i corsi d’acqua allagando interi villaggi: queste dighe servono ad alimentare le centrali elettriche delle industrie di allevamenti intensivi: le stesse che inquinano le acque, fonte di vita per tutte le creature che vivono nel e lungo il fiume
delle Amazzoni.
Questo quadro presenta un gioco di colori che evidenzia il simbolismo nel regno spirituale.
Il cerchio rappresenta il cosmo, senza principio e senza fine. La piramide nel mezzo è un simbolo alchemico che corrisponde al mondo di sopra; al suo centro l’occhio divino ci ricorda che la coscienza cosmica ha transitato per l’ultima volta sulla Terra nell’anno 2016, quando ha definitivamente abbandonato l’umanità prigioniera del suo ego, spinta all’odio e la violenza.
Con questi tre simboli alchemici è scritta tutta la legge cosmica, la base della cultura Tupy, fraintesa dai colonizzatori e distrutta, mentre il popolo stesso veniva considerato selvaggio. Tutt’ora in Brasile vivono di stenti, alienati, sradicati dall’appartenenza, privati della memoria culturale, lasciati ai margini della società che li considera un ostacolo al consumismo sfrenato che le lobby della finanza globale definiscono progresso.
Leggende e visioni, sogni e realtà che si intrecciano in un unico scenario esposto sulla tela.
Attraverso i colori ed i simboli racconterò la sacralità della vita intrinseca alla natura, emtrambe legate dall’immenso disegno cosmologico già vissuto da ancestrali generazioni e oggi trasmesso tramite il ruolo della figura femminile: divinità che nella cultura Tupy avevano una funzione fortemente pedagogica piuttosto che di idolatria.
A causa del lungo lavoro di stesura dei testi, la mostra verrà presentata più avanti, nel frattempo con i quadri che la apriranno ho voluto anticipare l’obiettivo di questa ardua impresa, unica nel suo genere, un’importante documentazione su una cultura scomparsa, dove la chiave di lettura sarà il rispetto per quella che veniva definita “natureza sacrada”, ma più ancora in profondità vita, natura e spiritualità. Materiale di pubblico interesse che diventerà una vera e propria guida per tutti coloro che si trovano lungo il cammino, in viaggio sul pianeta Terra.
Leggende, visioni, sogni e realtà che si intrecciano in un unico scenario di vite vissute esposte sulla tela. Attraverso i colori e i simboli racconterò la sacralità della vita e della natura, entrambe legate dall’immenso disegno cosmologico studiato, rispettato e tramandato nella cultura Tupy.
Nel Giubileo della misericordia, la pressione internazionale è importante per spingere il governo brasiliano verso l’applicazione della demarcazione: un modo per riscattarsi delle tante ingiustizie e violenze che sono state inflitte agli indios brasiliani.
Questa mostra è un grido di giustizia, attraverso il quale chiedere la fine della persecuzione e della crocefissione del popolo indigeno iniziato nel XV secolo.
Dunque sono 500 anni di violenze, torture, istigazione al suicidio, stupri, persecuzioni morali, sessuali, fisiche, economiche e religiose. Un intero popolo sfrattato dalle terre ove viveva sin dalla preistoria, soffocato dalla cultura maschilista europea basata su una presunta superiorità culturale.
Come atto di misericordia chiediamo rispetto e il diritto alla vita e alle terre che sono state espropriate all’indio nel periodo della dittatura e che oggi appartengono al governo federale; ma in base ad una legge approvata dalla nuova costituzione nel 1988, queste terre devono ritornare alle comunità indigena però, nonostante la legge sia stata approvata, da oltre 20 anni giace in parlamento, vincolata dall’ostruzionismo della casta politica che nel frattempo hanno regalato o ceduto le terre, a un costo simbolico, a politici loro compari, amici e familiari, ai mass media (presentatori televisivi, attrici, cantanti) in cambio di favori, dunque la PEC non prevede di togliere le terre ai latifondisti per darle agli indios, ma sono terre dello stato federale brasiliano che per legge sono state assegnate alle comunità indigene, che a loro volta sono state ulteriormente raggirate e gli è stato impedito con la violenza di riorganizzarsi con l’autodeterminazione e riprendere il cammino interrotto dal sistema coloniale Europeo in quel nefasto e tragico 12 ottobre del 1492.