Leggende, visioni, sogni e realtà che si intrecciano in un unico scenario di vite vissute esposte sulla tela. Attraverso i colori e i simboli racconterò la sacralità della vita e della natura, entrambe legate dall’immenso disegno cosmologico studiato, rispettato e tramandato nella cultura Tupy.
Nel Giubileo della misericordia, la pressione internazionale è importante per spingere il governo brasiliano verso l’applicazione della demarcazione: un modo per riscattarsi delle tante ingiustizie e violenze che sono state inflitte agli indios brasiliani.
Questa mostra è un grido di giustizia, attraverso il quale chiedere la fine della persecuzione e della crocefissione del popolo indigeno iniziato nel XV secolo.
Dunque sono 500 anni di violenze, torture, istigazione al suicidio, stupri, persecuzioni morali, sessuali, fisiche, economiche e religiose. Un intero popolo sfrattato dalle terre ove viveva sin dalla preistoria, soffocato dalla cultura maschilista europea basata su una presunta superiorità culturale.
Come atto di misericordia chiediamo rispetto e il diritto alla vita e alle terre che sono state espropriate all’indio nel periodo della dittatura e che oggi appartengono al governo federale; ma in base ad una legge approvata dalla nuova costituzione nel 1988, queste terre devono ritornare alle comunità indigena però, nonostante la legge sia stata approvata, da oltre 20 anni giace in parlamento, vincolata dall’ostruzionismo della casta politica che nel frattempo hanno regalato o ceduto le terre, a un costo simbolico, a politici loro compari, amici e familiari, ai mass media (presentatori televisivi, attrici, cantanti) in cambio di favori, dunque la PEC non prevede di togliere le terre ai latifondisti per darle agli indios, ma sono terre dello stato federale brasiliano che per legge sono state assegnate alle comunità indigene, che a loro volta sono state ulteriormente raggirate e gli è stato impedito con la violenza di riorganizzarsi con l’autodeterminazione e riprendere il cammino interrotto dal sistema coloniale Europeo in quel nefasto e tragico 12 ottobre del 1492.
