UN EVENTO IMPORTANTE!
LA DIVINITA’ FEMMINILE NELLA CULTURA TUPY
Da oggi, e fino all’otto marzo p.v., verrà pubblicata una sequenza di opere sul blog personale della Poetessa Errante.
I quadri fanno parte di una mostra sulle divinità femminili nella cultura Tupy che probabilmente (siamo in trattativa) verranno esposte nella biblioteca di Bracciano proprio l’otto marzo 2017. Si tratta di un omaggio a tutte le donne, che sarà arricchito dalla presentazione di un libro sul significato e il messaggio trasmesso dalle divinità antiche.
Nel nostro caso, l’obiettivo di questo lavoro è la scoperta di una cultura ancestrale che è stata soppressa prima che venisse conosciuta da coloro che erano venuti a imporci la loro civiltà.
Le divinità nella cultura Tupy non hanno una funzione religiosa: la loro funzione potrebbe essere definita pedagogica, difatti attraverso i loro esempi si educava il fanciullo al rispetto della natura, del cosmo, dello spirito e di ogni essere senziente. Inoltre, sempre attraverso la divinità, si insegnava una cultura ancestrale con un forte legame con la terra ma con lo sguardo riverso all’infinito, del quale siamo in riflesso di luce in viaggio sulla Terra, di ritorno verso casa.
Ogni quadro è un pezzo di storia che ho ricostruito partendo dalle informazioni ricevute da mia madre come eredità, insieme alla promessa di riaffermare la dignità del suo popolo attraverso la conoscenza della sua cultura, che si identifica con la natura sacra – infatti proprio l’amore ed il rispetto di questa gente per la natura ha portato come conseguenza al suo lento sterminio compiuto nel silenzio della storia: e questo popolo sono i TUPY!
Radici
Solo che ha forti radici è in grado di vivere veramente.
Con questo quadro ho voluto affermare l'esistenza della natura sacra nella cultura Tupy, per spiegare l'importante legame esistente tra i Tupy e gli alberi.
Noi umani nasciamo come gli alberi, viviamo in famiglia ma ciascuno di noi è solo tanto nella nascita quando nella morte, come un albero, e nemmeno nostra madre puù morire al nostro posto - e non vogliamo capire questo semplice segreto che ci renderebbe più consapevoli del vivere e del morire.
Al momento della nascita abbiamo le radici volte verso l'alto, mentre la chioma accarezza la terra.
Il compito che viene assegnato all'anima è quello di guidare il corpo solido, affinchè ad ogni passo e ad ogni prova superata lungo la scuola della vita l'albero si raddrizzi, fino a quando le radici si introducono nel suolo mentre la chioma si innalza bella e libera verso il cielo!
Juripary e il Carnevale (lo spirito mascherato)
Quando i gesuiti arrivarono nelle foreste del continente amerindio per indottrinare i nativi, ai fini di occupare il territorio si imbatterono in una cerimonia molto sentita nella cultura spirituale dei Tupy: era il culto dello spirito mascherato, che era molto diffuso ed è stato difficile sradicare, tant'è che molte anime Tupy sono state uccise affinché si potesse ottenere il suo totale oscuramento.
Juripary, lo spirito mascherato, costituiva una cerimonia in cui tutti partecipavano mascherati: simbolicamente la maschera rappresentava l'annullamento totale della materia affinché attraverso la danza si potesse congiungere con lo spirito dell'universo: difatti la filosofia cosmologica Tupy è armonia tra natura, umano e sacro, dunque la connessione totale con il tutto.
I Gesuiti, disperati per codesta credenza che bloccava la civilizzazione - intesa come distruzione totale dell'ambiente, si inventarono che Juripary fosse il diavolo cattolico, e dunque un essere maligno: con questa menzogna hanno distrutto una cultura che credeva nell'armonia tra l'uomo,natura e divino.
Anni dopo, con la deportazione degli africani, molte cerimonie Tupy si amalgamarono con la loro cultura, come la cerimonia di Juripare che si trasformò nel carnevale, e oggi, anche se ha perduto la sua componente spirituale, resta pur sempre una delle manifestazioni più belle e conosciute nel mondo.
La Madre Cosmica
Quello della Madre Cosmica è stato uno dei miei primi quadri, e quando giunsi al termine del lavoro io stessa rimasi meravigliata dai simbolismi che arricchivano il dipinto.
La Madre Cosmica rappresenta la Terra, la natura, la Luna ed infinte l'umanità, con quei due occhi grandi che osservano aldilà del silenzio, nella quiete ove si può udire il fruscìo delle onde che sgorgano senza fine dalla fonte d'energia cosmica.
La Dea Yara
La dea Yara è la divinità Tupy delle acque, ed è una delle dee più importanti nella cultura Tupy, poichè come dea dell'acqua dà la vita ma può anche toglierla.
Nella cultura Tupy atttraverso la dea Yara si insegna il rispetto per l'acqua, l'elemento necessario ad ogni forma di vita sulla Terra; la dea Yara ci ammonisce e ci mette in guardia: l'acqua è traditrice, in grado di ucciderci in ogni momento, e quando si ribella nessun essere umano è in grado di fermarla, in quanto l'elemento naturale è invincibile.
Villa Gandhi
Una lunga file di case senza porta per evidenziare l'ingiustizia delle città-cimitero, dove i nativi sono stati seppelliti e vivono prigionieri della loro
libertà! Vila Gandhi, dove sono cresciuta e che definisco poeticamente un villaggio, in realtà è una delle tante città disseminate lungo tutto il Brasile, dove sono stati confinati i nativi e i loro discendenti. Sono dei piccoli agglomerati di casupole dove oltre ad un bar, un negozio, una chiesa, non c'è più nulla: solo un manto di stelle, una luna piena che stimola la generosa anima Tupy,
un sole luminoso che avvolge e riscalda con amore, la dignità di coloro che sopravvivono di speranza per non soccombere. Oggi grazie a internet Vila Gandhi può raggiungere il mondo, e attraverso questa mostra raccontare la vera storia
di una società nata dalla violenza e dall'uccisione delle anime native che rifiutavano la devastazione e l'inizio alla totale estinzione di tutta l'umanità!
La Dea Mangioka (dea benevola della casa)
La mangioca è una radice talmente importante nella cultura Tupy da essere considerata sacra e associata ad una divinità: La dea MANGIOKA!
La radice della mangioka è tossica, ma già allora i Tupy conoscevano il metodo per renderla commestibile, e lo hanno insegnato agli europei che sino ad oggi traggono benefici e
fortuna con i suoi derivati.
L'albero di mangioka è piccolo, quasi un cespuglio: nasce e cresce spontaneo, le sue radici sono le mangioka che crescono a grappolo sotto terra, attaccate all'albero, sono le radici dell'albero per l'appunto.
La mangioka viene tagliata rispettando una ritualità, e mai con un taglio netto di coltello ma accarezzata con la sua lama, e girando tutto intorno in modo da formare un circolo infinito da sopra fino alla punta della radice, con la quale la manioka si congiunge con la pianta.
Incontro con la Madre di Luce
Era l'alba di un sabato, quando con i miei genitori ci recavamo a Vila Gandhi; allora avevo sette anni. Era solito ogni anno, durante la raccolta del caffè tutta la mia famiglia si trasferiva in campagna per essere sul lavoro già dalle prime ore dell'alba, cosi ogni sabato i miei si recavano in paese per controllare la casa e fare provviste per la settimana. Quel sabato c'ero anche io con loro. Mio padre apriva la fila indiana e mia madre la chiudeva cosi che io camminavo nel mezzo, sul sentiero che lungo il suo percorso ad un certo punto si introduceva nella foresta ove i raggi di sole non entrano mai: era più meno un km di cammino nella foresta e c'era un buio pesto. Seguivamo a passo quando ad un certo punto ci siamo impantanati, non riuscivamo ad andare nè avanti e nè indietro, e dopo vari tentativi incominciavano a farsi strada la preoccupazione e l'impotenza tra i miei. mentre nella mia infantile incoscienza sentivo mia madre, esperta di certi fenomeni, che parlava con una presenza fino a quel momento per me sconosciuta, mentre mio padre da buon e scettico cattolico imprecava. All'improvviso il bosco si illuminò a giorno, cosi abbiamo potuto superare quel tratto di sentiero ove eravamo prigionieri: la madre di luce era venuta in nostro aiuto. Io non ho capito niente di ciò che stava accadendo, ma dopo essere stata bagnata con la sua luce mia madre e un altra saggia tupy di Vila Gandhi mi presero per mano e mi guidarono lungo il percorso, affinché potessi arrivare fino a qui per raccontare la vera storia del popolo Tupy.
Sacy Perere
Sacy Pererè è la figura con la quale i colonizzatori hanno messo in atto la diffamazione di Kaipora, la divinità della natura e delle sue creature. Come tutte le divinità nessuno lo ha mai visto, tuttavia si sapeva che era piccolo e brutto. Attraverso le leggende della divinità Kaipora, le mamme Tupy trasmettevano ai bambini il rispetto per le divinità e l'amore per la natura. Difatti una leggenda raccontava che Kaipora aveva il dono della trasformazione e dunque per questo qualsiasi bambino facesse del male ad una pianta o ad un animale, in quel momento
quella pianta o quell'animale poteva essere Kaipora trasformato. Ciò poteva essere un grave problema in quanto avevi ferito una divinità Kaipora. Era naturale che una simile teoria disturbasse il progresso distruttivo della civilizzazione, dunque Kaipora è stato trasformato nel Sacy, il diavolo bambino. Credo che il Brasile sia l'unico paese ove un bambino possa essere un diavolo cattivo.
San Giovanni
Per i Tupy l'ancestrale rapporto tra umano e i quattro elementi è intrinseco e primordiali ed è ciò che viene definito cosmologia! La cosmologia è un'antica e completa filosofia tramandata attraverso l'intrinseco vissuto dell'uomo sulla Terra, in lotta con i fenomeni naturali: attraverso questa lotta impari l'uomo vive l'evoluzione dell'essenza profonda dell'essere in stretto rapporto con la natura, osservando ogni suoi capriccio e da essi traendo conoscenza sull'evoluzione del mondo. Dunque nella filosofia cosmologica è necessario l'amore, ma anche la diffidenza e il rispetto per ogni fenomeno naturale, in quanto essi sono necessari per la vita ma possono anche causare la morte - tuttavia senza la natura, l'acqua, l'aria e il sole, l'umanità non ci sarebbe più. Oggi l'umanità è giunta ad un vicolo cieco dal quale potrà uscire solo attraverso l'esempio delle culture antiche, e in questo contesto la rivalutazione della cultura Tupy sarebbe di grande sostegno in quanto rafforzerebbe quel filo invisibile che ci tiene appesi tra cielo e terra, e ci fa ritrovare quel legame profondo che abbiamo perduto con la natura, con il divino e con il nostro spirito guida.
La Madre
Una leggenda Tupy racconta che al principio era tutto palude, gli alberi crescevano ma le foreste erano mute. Un giorno nell'infinito cosmo esplose una stella: un suo frammento cadde nelle foreste mute portando con sè sulla Terra la madre guerriera figlia delle stelle. La madre discesa dalle stelle aveva una missione: trovare l'albero sacro e dal suo tronco modellare la madre bambina, colei che sarebbe diventata la madre di tutte le madri Tupy e dunque del popolo Tupy figlio della natura e delle stelle, entrambe femminili cosi che la cultura Tupy assunse una struttura matriarcale, e tutt'ora la donna ha un grande peso all'interno della famiglia dei discendenti Tupy in quanto decisa e responsabile: non a caso le divinità più importanti sono figure femminili che nella cultura Tupy hanno assunto un importante ruolo pedagogico, e attraverso le loro leggende vieneo tramandata la storia da madre a figlia. Il ruolo dominante della donna nella cultura Tupy spaventò la cultura violenta e maschilista della civiltà europea e questo può essere stato una dei tanti motivi per il quale i Tupy sono stati quasi del tutto sterminati.
La Dea dei Sogni
La dea del destino è rappresentata tra le linee intrecciate delle vite di tutta l'umanità, il suo compito è quello di far sì che nonostante le nostre vite si incontrino durante il nostro passaggio sulla terra, i fili che ci tengono connessi con l'universo non si incastrano e non si rompono fino a quando non è giunta l'ora della dipartita. La dea stessa provvede a disconnettere il filo che ci tiene appesi tra inferi e paradiso. La dea del destino è molto rispettata nella
cultura Tupy poiché è lei che decide l'ora, il giorno e uk luogo della nostra morte.
La Dea del Mais
La dea del mais è una divinità molto importante, che ci insegna come certe piante insignificanti possano essere importanti per la vita di molte creature: difatti dalla pianta del mais non si butta niente e i Tupy conoscevano bene il suo valore. Il mais verde mi riporta ai ricordi dell'infanzia quando con le sue pannocchie facevamo delle bambole per giocare. Con il mais verde si possono preparare degli appetitosi cibi cotti nell'acqua, avvolti nelle sue foglie; con i suoi steli, una volta secchi, si possono fare dei cesti o dei recinti per tenere gli animali; con la sua paglia essiccata e sfilacciata si possono ricavare delle corde, oltre a riempire delle grosse sacche per fare dei materassi per la notte. Perciò la pianta del mais, come molte altre piante, è considerata sacra e ringraziata attraverso il rispetto per la divinità che la rappresenta.
La Maschera
In ogni cultura tribale le maschere sono un elemento importante, oggi però nelle società evolute sovente le maschere vengono usate per nascondere scomode verità. In questa opera ho voluto analizzare il vero volto del popolo brasiliano.
Il popolo brasiliano è un popolo senza identità poiché staccato dalle proprie radici culturali. Lo sono i nativi Tupy, vittime della colonizzazione che ha estirpato le loro radici culturali; come i negri rapiti dai villaggi nell'Africa e deportati e fatti schiavi dei bianchi nella distruzione delle foreste - poiché i nativi Tupy rifiutavano di abbattere gli alberi che consideravano sacri.
Oggi i discendenti di entrambi questi due popoli sono discriminati: i nativi vengono uccisi in quanto, secondo i bianchi, ostacolano il progresso, gli afro perché danno una cattiva immagine delle città, senza contare infine i bianchi immigrati in cerca di un futuro migliore, vittime dei loro connazionali avventurieri senza scrupoli che si sono arricchiti con la violenza e l'esproprio.
Oggi questa massa di indigenti supera di gran lunga il 50% della popolazione brasiliana, una società mascherata di un finto buonismo ricamato di multiculturalismo, in realtà la maggioranza della popolazione vivono di stenti, soffocati dal razzismo che peraltro è fuorilegge in Brasile - ma quando si tratta di un nativo o un negro la legge si volta dall'altra parte.
La Profezia
Il popolo Tupy si lasciava guidare dalle profezie dei medium in contatto con i vari spiriti, e dalle divinità; dunque è una cultura ancora connessa a stretto contatto con l'entità divina. Le tre profezie importanti per i Tupy riguardavano il passato, il presente e il futuro di tutto il loro popolo. Uomini venuti da lontano avrebbero capovolto la storia, di questo i Tupy erano consapevoli, ma ciò che neanche la profezia aveva rivelato era la malvagità di questi uomini, posseduti da una ferocia cosi abnorme da non poerli considerare esseri umani, erano rappresentanti di una schiera maligna, esseri immondi che avevano ucciso perfino le loro stesse anime per diventare schiavi dell'ego e della materia. La seconda profezia diceva: poiché la cultura Tupy non poteva essere cancellata
dall'ancestrale memoria, l'unico modo sicuro per traghettarla oltre il 2012 era che alcune donne Tupy sposassero uno di questi esseri, solo cosi la cultura
Tupy sarebbe rimasta custodita lungo lo sterminio fino ad approdare nel terzo millennio. La terza e ultima profezia è già iniziata e poiché è l'ultima è di cattivo presagio.
A Mia Madre
Le due piramidi capovolta sono una simbologia alchemica, l'eterno dilemma dell'essere umano. Con l'opera esprimo l'eterno dolore per non essere potuta andare a vedere mia madre per l'ultima volta, la dittatura di allora me lo avrebbe impedito. Con quest'opera il sotto è sopra e viceversa: sento mia madre vicina qui in terra anche se è in cielo, a volte lei mi viene incontro e a volte la raggiungo nel sogno, passando in un lungo tunnel ove c'è il varco dove passano i saggi durante i loro viaggi.
La Sciamana
Nella cultura Tupy le donne sono depositarie del sapere occulto, ed erano consigliere e madre custodi della cultura che trasmettevano alle figlie femmine. Giusto ieri mattina riflettevo su questo e dovendo scrivere un pezzo per completare l'opera della sciamana decisi di prendere questo scritto: tutto sommato sono anche io una sciamana. E' stata un'esperienza toccante per me, mi sentivo scivolare e scendere all'interno di me stessa, e mentre scendevo giù, come se stessi scendendo una scala, mi sentivo delusa di me stessa; la mia mente era ingombra, congestionata da stupidi pregiudizi e futili pensieri. Ad ogni gradino che scendevo sentivo il peso del fardelli che portavo sulle mie spalle, tuttavia mi accorsi che ad ogni gradino che scendevo lasciavo cadere una parte del fardello che mi portavo appresso forse dalla nascita. Adagio mi spogliai della data di nascita, del luogo ove sono nata, del luogo ove sono cresciuta, del nome che mi fu dato alla nascita con il quale mi ero identificata dandomi grande importanza. Lasciai che mi scorressero addosso come la corrente del fiume tutti i condizionamenti attraverso i quali ero stata programmata dagli umani al mio arrivo sul pianeta Terra. Ad un tratto mi sentii leggera e mi ritrovai vuota: ero nulla, solo una sagoma di sostanza chimica, non ero nulla di quello che credevo. Tutto ciò che ero me lo aveva imposto la società, mi aveva costruito un ruolo e un'identità, mi aveva riempita di regole e pregiudizi, mi aveva imposto l'arroganza come mezzo per competere nella vita e mi aveva insegnato che ogni diverso era mio nemico. Scesi l'ultimo gradino della mia scala e mi sentìi libera e intoccabile: ero un'identità unica visibile solo a me stessa, ero una fiamma che vibrava e nulla più niente era in grado di colpirmi sulla Terra in quanto ero solo un riflesso dell'immenso specchio cosmico.
L'Incontro
Nella cultura Tupy l'animale era visto come una parte del tutto e dunque con uguale importanza nella composizione cosmica, ove ogni elemento che sia minerale, animale o umano ha la stessa importanza, ciascuno è utile per la sopravvivenza di qualcun'altro; siamo tutti legati da un invisibile filo che ci tiene connessi con l'universo, ed è il nostro respiro. Ogni essere senziente sulla Terra respira dal respiro dell'altro in un infinito interscambio nel quale, inconsapevolmente, permettiamo agli altri di vivere, e nello stesso tempo il respiro di ogni essere senziente permette a me di vivere, perciò quando uccidiamo un qualsiasi animale stiamo uccidendo una parte di noi stessi.
La Danza
In ogni comunità antica la danza è creatività e aggregazione, è il contatto con l'aldilà, e dunque è il momento nel quale tutti i membri di una comunità si riunivano intorno al fuoco, elemento purificatore e magico in quanto luce che illumina il sentiero del saggio quando è in viaggio. Oggi nella società del consumo anche la danza è una merce da vendere, cosi è diventata sinonimo di solitudine nell'eseguire uno schema prestabilito che appiattisce la creatività fino a
oscurarla del tutto: sovente si vedono i ballerini tesi nelle loro divise concentrati a ricordare i passi programmati e mentre la creatività sprigiona l'emozione la danza programmata crea tensione, bloccando ogni slancio creativo di comunicazione tra musica, danza e anima.
Sagome Senza Volto
Il quadro intende sensibilizzare la gente sulla drammatica condizione dei popoli nativi del Brasile, che da oltre 5 secoli sono sagome senza volto, persone invisibili per i governi che si sono succeduti nel Paese dalla colonizzazione ad oggi; nel mentre il razzismo verso l'indio dilaga e l'egoismo continua a espropriare i piccoli appezzamenti di terra, unica fonte di sopravvivenza dei discendenti, privati di ogni diritto, sfrattati con arroganza e violenza e uccisi da milizie organizzate da coloro che gli hanno rubato il passato, li privano del presente e gli proibiscono di costruire il loro futuro: dunque sepolti vivi dall'indifferenza. Sagome per l'appunto: esseri senza volto, senza nome e senza identità!